Pioggia, esplosioni ed elezioni.
Cosa ha caratterizzato le ultime giornate in Israele? Senza ombra di dubbio la campagna elettorale.
Il 22 gennaio il paese si è completamente fermato ad attendere il risultato della votazioni politiche.
Dopo una giornata ad alta tensione, quando si è verificata un esplosione a Tel Aviv (poi attribuita alla criminalità organizzata locale e non al terrorismo) e dopo il passaggio di una grande ed inusuale perturbazione che ha paralizzato per alcune ore il paese e ha fatto innalzare il livello del lago di Tiberiade come non ci si aspettava, i cittadini si sono immersi nuovamente nel clima politico.
Nonostante il partito di Netanyahu sia ancora il più grande all’interno del parlamento israeliano, per molti questa giornata di fine gennaio provocherà un cambiamento nella politica del paese.
Il suo partito, il Likud, esce ridimensionato dalla tornata elettorale e ciò porterà l’ex primo ministro a dover formare una coalizione comprendente altri partiti per formare una governo che abbia i numeri per gestire il paese.
Molti di coloro che hanno preferito non dare la propria preferenza a Netanyahu hanno contribuito a dare forza all’outsider Yair Lapid, ex star della tv locale che, con il suo partito centrista “Yesh Atid-c’è futuro”, porterà all’interno del parlamento 19 nuovi rappresentanti, formando a sorpresa la seconda forza. Sarà questo nuovo schieramento che, con molta probabilità, confluirà nel governo del Likud.
I cittadini più a destra sperano che questo permetterà a Netanyahu di avere abbastanza forza per portare avanti le sue politiche, mentre chi preferirebbe un paese con più attenzione all’aspetto economico e sociale di tutti i cittadini, si aspetta che sia proprio la formazione di Lapid ad “attenuare” e moderare l’azione dello Stato.
Il partito dei Laburisti dell’”Avoda” non è riuscito a portare abbastanza rappresentanti all’interno della camera per poter cercare di formare una coalizione di centro-sinistra. Questa ipotesi è poi definitivamente tramontata con il rifiuto di Lapid all’invito di Sheli Yachimovich, suo capopartito, a provare a costruire un blocco anti-Likud.
Gli altri partecipanti al gioco delle coalizioni e dei numeri saranno Naftali Benet (partito di destra “HaBait Hayeudi”), Tzipi Livni con il suo nuovo partito di centro “Hatnua”, i partiti rappresentanti degli ultraortodossi come “Shas” (partito dei religiosi di provenienza sefardita), il partito di più accentuata sinistra del Meretz che ha raddoppiato i suoi membri (arrivando a 6 rappresentanti) e i partiti con rappresentanti arabi.
Tra qualche giorno sapremo quale strada prenderà il governo del paese, quali partiti riusciranno a entrare all’interno del governo e quali invece sceglieranno di agire nell’opposizione. Forse sapremo anche se saremo costretti a tornare presto alle urne.
Daniele Di Nepi – twitter: @danieledinepi